Spettacoli

Hiromi, la pianista che ha incantato il mondo in concerto a Monfortinjazz

L’appuntamento imperdibile con “Sonicwonderland” è per il 14 luglio alle 18,30

Hiromi, la pianista che ha incantato il mondo in concerto a Monfortinjazz
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Hiromi, la pianista che ha incantato il mondo in concerto a Monfortinjazz

L’appuntamento imperdibile con “Sonicwonderland” è per il 14 luglio alle 18,30

È da poco uscito il suo nuovo album “Sonicwonderland”, accolto da buona parte della critica specializzata come un capolavoro, e ancora una volta Monfortinjazz si propone come una imperdibile vetrina per scoprire dal vivo talenti straordinari e musicisti magnifici. Come Hiromi, appunto, attesa a Monforte d’Alba il 14 luglio alle 18,30.. In tanti l'avranno già vista in TV e saranno stati travolti dalla sua esibizione in occasione dello show di apertura Tokyo 2020. Il New York Times scrisse: “il suo modo di suonare atletico, in senso olimpico: brutalmente efficiente, singolarmente concentrato, imperioso nella sua fisicità". Hiromi però non è un'atleta del pianoforte. Le sue doti tecniche sono indubbiamente strabilianti ma sono il frutto di uno studio assiduo e di una passione per lo strumento che lei ha più volte indicato come “il mio migliore amico". Pochi, grazie al loro virtuosismo, riescono a governare le dinamiche come lei, essere tigre e farfalla e pochissimi sono arrivati a creare un abbagliante stile personale come Hiromi. A tal proposito, sempre il New York Times scrive: “Le influenze dello swing, del groove e del ragtime sono contagiose nelle performance di Hiromi, mentre balla tra le linee del pop-jazz e del blues. Le tradizioni musicali le servono come punto di partenza per attraversare la stratosfera."
L'eclettismo del suo approccio alla musica è innegabile. Più volte critici e giornalisti le hanno chiesto quale sia il genere che lei suona. Ecco una sintesi molto chiara del suo pensiero: “non voglio dare un nome alla mia musica. Altre persone possono dare un nome a quello che faccio. Per me è solo l’unione di ciò che ho ascoltato e di ciò che ho imparato. Ha alcuni elementi di classica, ha un po’ di rock, ha un po’ di jazz, ma non ho bisogno di darle un nome. Per me ci sono solo due generi: quello che muove il mio cuore e quello che non lo fa. Io suono solo la musica che muove il mio cuore".
Hiromi, la pianista che ha incantato il mondo in concerto a Monfortinjazz. L’appuntamento con “Sonicwonderland” è per il 14 luglio alle 18,30. È da poco uscito il suo nuovo album “Sonicwonderland”, accolto da buona parte della critica specializzata come un capolavoro, e ancora una volta Monfortinjazz si propone come una imperdibile vetrina per scoprire dal vivo talenti straordinari e musicisti magnifici. Come Hiromi, appunto, attesa a Monforte d’Alba il 14 luglio alle 18,30. In tanti l'avranno già vista in TV e saranno stati travolti dalla sua esibizione in occasione dello show di apertura Tokyo 2020. Il New York Times scrisse: “il suo modo di suonare atletico, in senso olimpico: brutalmente efficiente, singolarmente concentrato, imperioso nella sua fisicità". Hiromi però non è un'atleta del pianoforte. Le sue doti tecniche sono indubbiamente strabilianti ma sono il frutto di uno studio assiduo e di una passione per lo strumento che lei ha più volte indicato come “il mio migliore amico". Pochi, grazie al loro virtuosismo, riescono a governare le dinamiche come lei, essere tigre e farfalla e pochissimi sono arrivati a creare un abbagliante stile personale come Hiromi. A tal proposito, sempre il New York Times scrive: “Le influenze dello swing, del groove e del ragtime sono contagiose nelle performance di Hiromi, mentre balla tra le linee del pop-jazz e del blues. Le tradizioni musicali le servono come punto di partenza per attraversare la stratosfera."
L'eclettismo del suo approccio alla musica è innegabile. Più volte critici e giornalisti le hanno chiesto quale sia il genere che lei suona. Ecco una sintesi molto chiara del suo pensiero: “non voglio dare un nome alla mia musica. Altre persone possono dare un nome a quello che faccio. Per me è solo l’unione di ciò che ho ascoltato e di ciò che ho imparato. Ha alcuni elementi di classica, ha un po’ di rock, ha un po’ di jazz, ma non ho bisogno di darle un nome. Per me ci sono solo due generi: quello che muove il mio cuore e quello che non lo fa. Io suono solo la musica che muove il mio cuore".

Comments :
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    Lorenzo Peterson
    15th August, 2019 at 01:25 pm
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    Tammy Camacho
    15th August, 2019 at 05:44 pm
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    Tammy Camacho
    16th August, 2019 at 03:44 pm
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      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
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