Lo spettacolo tratto dal romanzo di Thomas Mann in scena martedì 10 dicembre
Martedì 10 dicembre 2024, alle 19,30, debutta al Teatro Gobetti “La morte a Venezia. Libera interpretazione di un dialogo tra sguardi”, spettacolo ispirato al romanzo La morte a Venezia di Thomas Mann, per la drammaturgia e la regia di Liv Ferracchiati, artista associato del Teatro Stabile di Torino. Insieme a Ferracchiati sarà in scena Alice Raffaelli, che ha curato anche i movimenti. Dramaturg Michele De Vita Conti, aiuto regia Anna Zanetti e Piera Mungiguerra, assistente alla drammaturgia Eliana Rotella. Le scene sono di Giuseppe Stellato, i costumi di Lucia Menegazzo, le luci di Emiliano Austeri, il suono di spallarossa. La voce di Tadzio è di Weronika Mlódzik, la consulenza letteraria di Marco Castellari. Prodotto da Spoleto Festival dei Due Mondi, Marche Teatro, TSU Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, in collaborazione con Fondazione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, lo spettacolo rimarrà in scena al Teatro Gobetti per la stagione in abbonamento dello Stabile di Torino fino a domenica 15 dicembre 2024.
👉 Note sullo spettacolo
Una macchina fotografica su un treppiede al limitare delle onde e uno scrittore che muore su una spiaggia per aver mangiato delle fragole contaminate dal colera, simbolo dell’inesplorato che c’è in ognuno di noi. Non un adattamento teatrale de La morte a Venezia, ma un percorso scenico liberamente ispirato al romanzo che combina tre diversi linguaggi: parola, danza e video. Distaccandosi dal tema dell’omoerotismo e della differenza d’età, rimane l’incontro a Venezia tra Gustav Von Aschenbach e Tadzio, rimane la morte. Due sconosciuti che vivono ciò che Mann riassume così: “Nulla esiste di più singolare, di più scabroso, che il rapporto fra persone che si conoscano solo attraverso lo sguardo". Il tentativo è di avvicinare questi due personaggi a noi e, allo stesso tempo, di raccontare la fatica di scrivere e di come questa fatica, alla fine, sia squarciata da momenti rari, bellissimi e terribili, fatti di incontri con altri esseri umani. Ironicamente, terzo personaggio è la Parola, che prima cerca un'armonia in una forma cristallizzata e poi si libera, si concretizza, si accende, ritrova una sua forma estrosa, per quanto ridicola e vana di fronte all’irraccontabile.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm