Lo spettacolo con Chiara Calle, Simone Luglio e Giovanni Santangelo, atteso il 3 dicembre
Martedì 3 dicembre 2024, alle 19,30, andrà in scena al Teatro Gobetti “L’ultima estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo”, un progetto di Simone Luglio basato su un testo di Claudio Fava, ex Presidente della commissione antimafia in Sicilia e già autore della sceneggiatura del film I cento passi. La regia è di Chiara Callegari e saranno in scena Simone Luglio e Giovanni Santangelo. La voce fuori campo è di Luca Massaro, le scene e i costumi di Simone Luglio, le musiche originali di Salvo Seminatore, il disegno luci di Massimo Galardini. Prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, in collaborazione con KNK Teatro, lo spettacolo rimarrà in scena al Teatro Gobetti per la stagione in abbonamento dello Stabile di Torino fino a domenica 8 dicembre 2024. Il 1992 è l’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Un anno drammatico e cruciale, che cambia per sempre la storia dell’Italia. L’Ultima Estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo ripercorre gli ultimi mesi di vita dei due magistrati palermitani. Fatti noti e meno noti, pubblici e intimi, come le stazioni della via crucis, per raccontare fuori dalla cronaca e lontano dalla commiserazione, la forza di quegli uomini, la loro umanità, il loro senso profondo dello Stato. Sottratti all’apparato celebrativo che ha fatto di loro delle icone cristallizzate, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono qui raccontati nella dimensione più autentica e quotidiana, che nulla toglie al senso della loro battaglia, ma li completa come esseri umani.
👉 Note di regia di Chiara Callegari
L’Ultima Estate è un mosaico di eventi, un delicato intrecciarsi di momenti ironici e amari, pubblici e intimi. I due protagonisti, per una volta sottratti alle ritualità e alle mitologie, si interrogano e si raccontano, si confrontano tra loro e con lo spettatore, portandolo a rivivere momenti fondamentali della loro amicizia, oltre che della storia di questo Paese. Si parte dalla fine. Dalla loro morte. In scena la macchina da scrivere, i faldoni, le sedie, le giacche, l’ufficio in cui tutto è iniziato. Due attori ed elementi scenici ridotti all’essenziale, perché padrona della scena deve essere la parola. Parole recitate, confidate a un microfono, affidate ai tasti di una macchina da scrivere, riprodotte da un registratore, a volte ridotte al silenzio di fronte ai ricordi. Un viaggio nel tempo con due guide d’eccezione e una domanda sospesa: quale parte tocca a noi, adesso?
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm