Il cast faraonico del dramma shakespeariano è stato ridotto a due performer: Sofia Dias e Vítor Roriz
Mercoledì 27 aprile 2022, alle ore 20.45, debutta alle Fonderie Limone di Moncalieri “Antonio e Cleopatra”, spettacolo del regista portoghese Tiago Rodrigues, attore, drammaturgo, regista, da poco nominato nuovo direttore del Festival di Avignone, che arriva finalmente a Torino con il suo teatro sovversivo e politico. In questa nuova rilettura della tragedia shakespeariana, due soli attori in scena: Sofia Dias e Vítor Roriz. La scena è di Ângela Rocha, che ha ideato i costumi insieme a Magda Bizarro, il disegno luci è di Nuno Meira e le musiche sono tratte dalla colonna sonora del film Cleopatra (1963), composta da Alex North.
Lo spettacolo sarà replicato per la Stagione in abbonamento dello Stabile fino a sabato 30 aprile 2022.
Quella di Antonio e Cleopatra è una leggenda nota. Ne ha scritto Plutarco nelle sue Vite Parallele, raccontando la storia della regina d’Egitto e le sue relazioni diplomatiche con Roma; Shakespeare ne ha fatto una tragedia per parlare delle discordie politiche del suo tempo; Mankiewicz ha realizzato un capolavoro cinematografico che ibrida l’epica con la poetica hollywoodiana.
Il lavoro di Tiago Rodrigues è attraversato da queste identità che le figure di Antonio e Cleopatra hanno assunto nella cultura occidentale, ma si discosta dalla monumentalità trionfale con cui la vicenda è stata raccontata. Il cast faraonico del dramma shakespeariano è stato ridotto a due performer, che percorrono gli snodi di questa relazione intima e politica attraverso il proprio corpo e il proprio respiro.
Questa operazione di “erosione” condotta da Rodrigues mantiene tuttavia vivo e anzi amplifica il nucleo fondante della tragedia shakespeariana: la dicotomia, il conflitto tra coppie di opposti. Ragione e sentimento, maschile e femminile, guerra e amore, Oriente e Occidente, lavoro e svago, tragedia e commedia. Per fare questo, il regista portoghese compone, letteralmente sul corpo dei due performer, un grande poema cosmogonico che ci chiede di immergerci in profondità negli occhi dell’altro. E così, come Antonio dimentica il campo di battaglia per inseguire Cleopatra, anche noi perdiamo di vista il confine tra rappresentazione e realtà, la rassicurante finzione del teatro, che è ciò che ci rende un pubblico.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm