Bevuto al naturale o come base per innumerevoli cocktail: le evoluzioni del vino aromizzato con erbe per antonomasia
TORINO - Conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, utilizzato come base per innumerevoli cocktail, come il Bronx, il Negroni, il Manhattan, esaltato nel corso degli anni da indimenticabili spot televisivi. Questo è il Vermouth. Ma cos’è innanzitutto? Il Vermouth (o Vermut) di Torino è un vino aromatizzato con erbe, la ricetta non ha una formula rigida.
L’attore protagonista è indubbiamente l’assenzio oltre ad achillea, camomilla, issopo, santoreggia, maggiorana, salvia sclarea, sambuco, timo, e di spezie quali cannella, cardamomo, chiodi di garofano, coriandolo, noce moscata, vaniglia, zafferano, e molte altre ancora, che ne conferiscono profumi e i sapori inimitabili.
E’ stato prodotto per la prima volta nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano, e molto apprezzato alla corte reale dei Savoia, su tutti, pare da Vittorio Amedeo III.
Può essere classificato in base al colore (Bianco, Ambrato, Rosato o Rosso) e alla quantità di zucchero impiegata nella sua preparazione (extra secco, secco o dolce).
Deve il suo nome al termine tedesco Wermut usato per definire l’Artemisia Absinthium. La storia del Vermouth, è antica, ha radici profonde. Dalla metà del Quattrocento in Piemonte si afferma sempre più l’arte della distillazione; nel tempo i mastri liquoristi di Torino videro accrescere la loro fama, ed è proprio in questa città che inizia l’evoluzione del Vermouth di Torino come lo conosciamo oggi, da bevanda medicinale ad aperitivo conviviale.
Nel 2017 un Disciplinare tutela il Vermouth da plagi e imitazioni e ne rafforza ulteriormente l’indissolubile legame con il territorio.
Sorseggiate il vostro Vermouth tra amici o con una persona cara. Per i puristi è preferibile servirlo ad una temperatura di 12 gradi, liscio, meglio ancora se con due cubetti di ghiaccio, una fetta di arancia e la buccia di limone strizzata sopra il vino. Un aperitivo fresco e vivace da scoprire in uno degli innumerevoli scorci suggestivi che offre la città: tra i portici di piazza Vittorio Veneto, sotto il sole della Gran Madre o in piazza San Carlo, il salotto di Torino.
Paolo Gay
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm