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La Luce oltre le sbarre: gli Archi della Filarmonica al Conservatorio

Il concerto in programma al Giuseppe Verdi di Torino martedì 26 novembre

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  • dal: 25 novembre, 2024 al: 28 novembre, 2024

La Luce oltre le sbarre: gli Archi della Filarmonica al Conservatorio
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La Luce oltre le sbarre: gli Archi della Filarmonica al Conservatorio

Il concerto in programma al Giuseppe Verdi di Torino martedì 26 novembre

Sono gli Archi dell'Orchestra Filarmonica di Torino i grandi protagonisti del concerto «La luce oltre le sbarre», secondo appuntamento della Stagione 2024-2025 One Way Together. Martedì 26 novembre, sul palco del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, gli Archi saranno guidati dal maestro concertatore Sergio Lamberto, che da anni ne è l'imprescindibile punto di riferimento. Il programma ne mette in risalto duttilità, colori e sentimento grazie ai brani di Pavel Haas e Antonín Dvořák, inframezzati da due piccoli gioielli come l'Adagietto di Georges Bizet e l'Adagio per archi op. 11 di Barber. Del compositore novecentesco Barber verrà proposto questo Adagio, eseguito per la prima volta sul finire del 1938 in una trasmissione radiofonica dalla NBC Symphony Orchestra diretta da Arturo Toscanini. L'Adagio per archi op. 11 è il suo brano più celebre, che è stato usato come musica per balletto dall'American Ballet Theatre ed è entrato nella pop culture. Verrà poi proposto un brano di grande carico emotivo e dalla storia tragica. Si tratta dello Studio per archi del compositore ceco Pavel Haas. Haas, che era stato allievo di Leos Janačék, venne infatti arrestato nel 1941 per le sue origini ebraiche e deportato. Fu proprio nel campo di Terezìn che compose questa partitura, eseguita per la prima volta nel 1944 e addirittura ripresa in un documentario della propaganda nazista. Il 16 ottobre di quello stesso anno, Haas venne caricato su quello che venne chiamato il “treno degli artisti” e tradotto ad Auschwitz, dove morì ma dove la sua musica riuscì a sopravvivergli grazie al provvidenziale intervento di Karel Ancerl, che aveva diretto la prima esecuzione e che riuscì a salvare lo spartito dal lager. L'Adagietto di Georges Bizet è il terzo movimento dalla Suite n. 1 tratta dalle musiche di scena de L'Arlésienne, opera teatrale che Alphonse Daudet trasse nel 1872 da un suo racconto. Se oggi le due suite de L'Arlésienne vengono regolarmente proposte in concerto, l'Adagietto con i suoi toni nostalgici e le sfumature armoniose è considerato un cavallo di battaglia per gli archi. Il concerto si concluderà con un brano di grande intensità, il Quartetto n. 12 in fa maggiore op. 96 Americano di Antonín Dvořák, proposto in una versione per orchestra d’archi appositamente realizzata per OFT da Vittorio Sebeglia. Composto nel 1893 a Spilville, nello Yowa, da cui il titolo, il Quartetto richiama gli elementi di floklore tanto cari a Dvořák, che trasse ispirazione sia da melodie statunitensi, in omaggio al paese che lo stava ospitando, sia alla Boemia che aveva lasciato, in un ponte nostalgico ma non privo di allegria tra il presente e il passato.

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      17th August, 2019 at 01:25 pm
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