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A Torino c’è Daniel Lozakovich il talento del violino che arriva dalla Svezia

Appuntamento da non perdere il 6 marzo presso il Conservatorio per l’Unione Musicale

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  • dal: 5 marzo, 2024 al: 10 marzo, 2024

A Torino c’è Daniel Lozakovich il talento del violino che arriva dalla Svezia
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A Torino c’è Daniel Lozakovich il talento del violino che arriva dalla Svezia

Appuntamento da non perdere il 6 marzo presso il Conservatorio per l’Unione Musicale

L’Unione Musicale è lieta di ospitare per la prima volta, il 6 marzo al Conservatorio di Torino (20,30) nella sua stagione il folgorante violinista svedese Daniel Lozakovich, che a soli 23 anni è il beniamino delle sale da concerto di tutto il mondo, dove si esibisce sia come ambito camerista sia come solista, accanto a rinomate compagini come Münchner Philharmoniker, l’Orchestre National de France, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e la Swedish Radio Symphony Orchestra sotto la guida di direttori del calibro di Valery Gergiev, Esa-Pekka Salonen, Andris Nelsons, Christoph Eschenbach e Lorenzo Viotti. Nato a Stoccolma da padre bielorusso e madre kirghisa, Lozakovich suona il violino da quando ha 7 anni, e già a 9 anni ha fatto il suo debutto come solista con i Virtuosi di Mosca. Oggi, che di anni ne ha 23 (!), viene salutato da Le Figaro come «un talento eccezionale dalla perfetta padronanza» e annovera nella sua stupefacente carriera numerosi riconoscimenti, tra cui il primo premio al Concorso internazionale di violino Vladimir Spivakov nel 2016 e il Premio “Giovane artista dell’anno 2017” al Festival delle Nazioni, il Premio Batuta in Messico e il Premio Excelentia sotto la presidenza onoraria di Regina Sofia di Spagna. Che ci si trovi di fronte a un talento eccezionale lo dice anche il contratto di esclusiva discografica firmato a 15 anni con Deutsche Grammophon, prestigiosa etichetta con la quale ha pubblicato quattro album che hanno scalato le classifiche. Lozakovich, che suona lo Stradivari “ex-Sancy” del 1713, è ammirato per il suono ricco, caldo e appassionato che lo ha fatto paragonare ai violinisti iconici del ventesimo secolo come Christian Ferras o Jascha Heifetz, dei quali desidera trasmettere lo stile e il repertorio soprattutto ai suoi coetanei. Afferma: «Quando sento suonare questi violinisti capisco perché il violino è la mia vita».

Comments :
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    Lorenzo Peterson
    15th August, 2019 at 01:25 pm
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    Tammy Camacho
    15th August, 2019 at 05:44 pm
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    Tammy Camacho
    16th August, 2019 at 03:44 pm
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      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
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