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Informazioni in tempo reale: notizie per data

Timeup Sabato 9 ottobre “Puliamo insieme il Po!” con Clean the Planet

Sabato 9 ottobre “Puliamo insieme il Po!” con Clean the Planet

Il ritrovo alle 15,30 nei pressi del Bar Lumen di Torino, in Corso Moncalieri 2/B


Puliamo insieme il Po! È un invito lanciato idealmente a tutta la città ma è anche il titolo del flash mob organizzato dall’associazione senza scopo di lucro Clean the Planet. L’iniziativa che ha come obiettivo proprio quello di ripulire le sponde e gli argini del Lungo Po partirà sabato 9 ottobre alle 15 30 nei pressi del Bar Lumen di Torino in Corso Moncalieri 2 B. Quella del prossimo 9 ottobre sarà la quarta iniziativa organizzata da Clean the Planet associazione nata a Torino nel 2020 dalla volontà di un gruppo di amici accomunati dall’idea di ripulire dai rifiuti i percorsi che ogni weekend affrontavano in bicicletta o a piedi. Piccoli grandi gesti di civiltà che hanno fatto spesso proseliti: altre persone attirate dalla buona volontà del gruppetto di amici spesso chiedevano di unirsi a loro. E nello spirito del più siamo meglio stiamo Clean the Planet che al momento conta nove soci fondatori e una trentina di volontari regolarmente iscritti ha organizzato finora numerose iniziative. Fra queste i quattro flash mob a Torino che si sono concentrati in zona Sassi nei parchi della Pellerina e del Valentino oltre a quello di agosto 2021 per ripulire la spiaggia di Forte dei Marmi. La partecipazione al flash mob di Torino è completamente gratuita ed è sufficiente iscriversi sulla pagina dedicata del sito Libraesva ESG ha rilevato un possibile tentativo di phishing da notiziabile.musvc3.net www.cleantheplanet.it: ogni volontario sarà dotato di sacchetti pinze per la raccolta e t shirt dell’associazione. Naturalmente sarà garantito il rispetto delle misure sanitarie in vigore nei giorni dell’iniziativa. Clean the Planet si pone come mission un sogno che può ancora diventare realtà: poter lasciare alle generazioni future un pianeta più pulito e vivibile creando empatia e compassione tra l’uomo e la Terra con le sue biodiversità. Per raggiungere questo obiettivo è necessario impegnarsi tutti insieme pulendo un pezzettino alla volta . Per questo Clean the Planet ha in programma non solo altri flash mob ma anche corsi di sensibilizzazione per bambini e ragazzi ospitati in diverse scuole di Torino. Per ulteriori informazioni e comunicazioni è possibile scrivere a [email protected].

 27 settembre, 2021
Timeup La ricorrenza e il flash mob: il punto a 10 anni dal referendum sull’acqua e sul nucleare

La ricorrenza e il flash mob: il punto a 10 anni dal referendum sull’acqua e sul nucleare

Fridays for Future Torino aderisce e rilancia: appuntamento venerdì 11 giugno alle ore 17:30 in piazza San Carlo nei pressi del Turet


Torino Un appuntamento imperdibile e una ricorrenza. Fridays for Future Torino c’è. Non molla un millimetro. Sensibilizzazione e protesta. Ancora un video per spiegare per chiamare a raccolta. Questa settimana nella rubrica Time’s Up si parla di acqua e di nucleare a 10 anni dal referendum. Non c’è tempo da perdere: l’emergenza climatica al centro di tutto. Gli attivist torinesi di Fridays for Future hanno dato appuntamento venerdì 11 giugno appunto non una data qualunque in piazza San Carlo nei pressi del Turet alle 17:30 dove andrà in scena un flash mob organizzato dal comitato acqua. Esserci è un dovere. Partecipare e far sentire la propria voce una necessità.

 11 giugno, 2021
Timeup La pedalata per il clima nella giornata mondiale dell’ambiente

La pedalata per il clima nella giornata mondiale dell’ambiente

Il video di Ines, attivist di Fridays For Future: appuntamento sabato 5 giugno. Dai giardini Grosa al Valentino


TORINO Forse non basterà una pedalata a cambiare il mondo sicuramente è un ottimo punto di partenza per ricordare ancora una volta che il clima e le problematiche ambientali rappresentano una priorità da affrontare con decisione e forza. Non c’è tempo da perdere insomma come ha ricordato nel video di questa settimana Ines attivist di Fridays For Future che ha dato appuntamento a tutti sabato 5 giugno a partire dalle 10:30 per una biciclettata in occasione della giornata mondiale per il clima. Si partirà dai giardini Grosa nei pressi del grattacielo di Intesa San Paolo per arrivare al parco del Valentino. Sarebbe un peccato non esserci.

 4 giugno, 2021
Timeup Educazione ambientale e sviluppo sostenibile, le frontiere del futuro

Educazione ambientale e sviluppo sostenibile, le frontiere del futuro

Carola, studentessa liceale e attivist torinese del movimento Fridays For Future, protagonista questa settimana della rubrica Time’s Up


TORINO Nelson Mandela definì l’educazione l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo . Proprio in quest’ottica è nata l’Educazione Ambientale EA concepita come strumento che permettesse ai cittadini di mettere in discussione rivalutare e modificare il proprio rapporto con l ambiente adeguando i propri comportamenti agli ecosistemi allo scopo di vivere in modo sostenibile. Tutto il sistema orientato a proporre una nuova visione degli elementi naturali ha come presupposto nonch come fine l’incremento quantitativo e qualitativo della partecipazione e del coinvolgimento attivo degli individui nelle decisioni politiche che esplicano i propri effetti sul loro territorio. L’EA è quindi evidentemente uno strumento indispensabile per sensibilizzare singoli e comunità ad una maggiore responsabilità e attenzione alle questioni ambientali e al buon governo delle diverse regioni. Questa forma di educazione però non è chiusa in s stessa collocandosi anzi in un quadro più articolato quello dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile ESS che riguarda direttamente anche l’economia e la società ed è esplicitamente riconosciuta nel Target 4.7 dell’Agenda 2030. Ed è proprio lo stesso Sviluppo sostenibile uno dei tre nuclei tematici principali insieme a Costituzione e Cittadinanza digitale intorno a cui ruota l’insegnamento dell’Educazione Civica nelle scuole divenuta a settembre 2020 una disciplina trasversale che interessa tutti i gradi di istruzione. Tuttavia l’attuazione di questa nuova politica ministeriale potrebbe in alcuni casi non risultare idonea al perseguimento dei reali obiettivi dell’ESS come ci racconta Carola studentessa liceale e attivist torinese del movimento Fridays For Future. Valentina D’Antino

 28 maggio, 2021
Timeup Torino e le ciclabili. Il caso della pista di corso Vittorio Emanuele

Torino e le ciclabili. Il caso della pista di corso Vittorio Emanuele

Alessio, attivist di Fridays for Future, ci spiega perché non è pericolosa ed è utile


TORINO Torino e le piste ciclabili. Discussioni e ancora discussioni. Insieme ad Alessio Ferrero 27 anni laureato in Ingegneria Ambientale volontario di Protezione Civile e attivist per il clima di Fridays for Future è entrato nel merito con un video. Da quasi un anno la ciclabile di Corso Vittorio accende polemiche sulla mobilità. Diversi giornali hanno parlato di ciclabile pericolosa di automobilisti e bus in difficoltà di ciclabile fatta male. Ma stanno davvero così le cose? Se si analizza la nuova infrastruttura con razionalità emergono alcuni elementi interessanti. Innanzitutto non si tratta di una pista ciclabile in mezzo alla strada come viene chiamata da molti ma di una corsia ciclabile ossia una sezione di carreggiata ad uso promiscuo ma con precedenza per chi va in bici normata dal codice della strada ed introdotta con il Decreto Rilancio. Al di là della corretta terminologia che è sempre importante rimarcare veniamo ora al nocciolo della questione: la presunta pericolosità è dettata dal fatto che i ciclisti pedalano in mezzo al controviale. Per prima cosa è bene specificare che la corsia non si trova in mezzo come molti titoli hanno riportato ma sulla destra a debita distanza dalle auto parcheggiate. In secondo luogo c’è da porsi una domanda: prima della sua realizzazione dove pedalavano i ciclisti? Nella stessa porzione di strada in cui lo fanno ora con la differenza che prima erano invisibili e davvero in mezzo al traffico ora invece hanno uno spazio riservato adibito a loro che organizza meglio la carreggiata e rende la strada più democratica dato che ogni utente detiene il diritto di avere uno spazio a lui dedicato.

 21 maggio, 2021
Timeup 13 maggio 2021: l’Overshoot Day, giorno di esaurimento di tutte risorse annualmente prodotte dal Pianeta Terra

13 maggio 2021: l’Overshoot Day, giorno di esaurimento di tutte risorse annualmente prodotte dal Pianeta Terra

Per la rubrica Time’s up, torna Sara Diena, studentessa di Scienze Internazionali e attivist del movimento Fridays for Future Torino


TORINO Oggi per l’Italia non è un 13 maggio come tutti gli altri. In questo giorno che apparentemente si perde tra tanti il nostro Paese esaurisce virtualmente tutte le risorse rinnovabili nell’arco di un anno: oggi è l’Overshoot Day. Ciò significa che se tutto il pianeta consumasse quanto noi in poco più di quattro mesi avremmo interamente prosciugato le risorse prodotte ciclicamente in 365 giorni. Un risultato così infelice deriva da un calcolo molto semplice e intuitivo consistente nel rapporto tra biocapacità del pianeta e impronta ecologica dell umanità ossia tra offerta e domanda di assets per l’anno solare. È ormai dal 1970 che questo bilancio è negativo ma come mai nessuno sembra accorgersene? Semplicemente perch per occultarlo si attinge ai mezzi di altri paesi danneggiando ulteriormente le cosiddette MAPA most affected people and areas e contraendo un debito nei confronti delle generazioni future che verosimilmente non verrà mai saldato. Come evidenziato dal Global Footprint Network per sostenere un’impronta ecologica come quella italiana occorrerebbero ben 2 8 pianeti a fronte di una più accettabile media mondiale di 1 7. Il problema però resta sempre lo stesso: There is not planet B. Ecco perch in questo periodo attivisti e attiviste di Fridays For Future Torino si ritrovano ogni mattina in Piazza Castello per attirare l’attenzione della Regione Piemonte affinch si impegni per garantire una migliore allocazione dei fondi del Next Genration Eu. Valentina D’Antino

 13 maggio, 2021
Timeup PNRR e transizione ecologica: l’inadeguatezza delle misure per azzerare le emissioni

PNRR e transizione ecologica: l’inadeguatezza delle misure per azzerare le emissioni

Luca Sardo, attivist di Fridays for Future Torino, ci spiega il suo punto di vista, mettendo in risalto quattro aspetti


TORINO Quello del PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un tema di grande attualità molto discusso e controverso. Essendo uno strumento europeo nato come motore di una ripresa economica sostenibile e duratura il suo ambito di applicazione non può che essere vasto coinvolgendo i settori della sanità dell’istruzione della transizione digitale e di quella ecologica. Propria a quest’ultima è destinato ben un terzo dei 200 miliardi totali stanziati dall’UE da utilizzare per abbattere definitivamente le emissioni di CO2. Purtroppo però come rivelato da alcune associazioni ambientaliste nonch dal movimento Fridays for Future i progetti fino ad ora elaborati non sembrano idonei al raggiungimento dell’obiettivo. Il perch ce lo spiega Luca Sardo non un semplice attivist ma una delle colonne portanti del movimento nonch studente di Economia prossimo alla laurea cui seguirà una magistrale in Economia Ambientale. In questo breve video infatti Luca illustra l’inadeguatezza delle misure con riferimento a quattro aspetti fondamentali della transizione: energie rinnovabili inquinamento dell’aria mobilità sostenibile e mobilità attiva. Valentina D’Antino

 6 maggio, 2021
Timeup La deforestazione: l’impatto e le conseguenze del trattato Eu-Mercosur

La deforestazione: l’impatto e le conseguenze del trattato Eu-Mercosur

Oggi per la rubrica Time’s up ne parliamo con Laura Vallaro, portavoce nazionale di Fridays Italia e studentessa di Scienze forestali e ambientali presso l’Università di Torino


TORINO Pur non avendo la risonanza mediatica che meriterebbe la deforestazione delle foreste vergini è un fenomeno di proporzioni significative che negli ultimi due anni ha interessato particolarmente la foresta amazzonica. Fondamentalmente le conseguenze del disboscamento si riassumono nella perdita di un ecosistema indispensabile per la salubrità del pianeta e di un essenziale patrimonio di biodiversità nonch nella lesione dei diritti fondamentali delle comunità indigene. Ad aggravare il quadro interviene il trattato Eu Mercosur di libero scambio fra l’Unione Europea e alcuni paesi del Sud America Brasile Argentina Paraguay e Uruguay nato per dare vita ad una grande area di libero commercio di cui faranno parte 800 milioni di persone. Questo risultato sarebbe il frutto della deregolamentazione degli scambi fra i due blocchi finalizzata all’incremento delle importazioni europee di carne bovina soia e biocarburanti cui farebbe da contrappeso un aumento delle esportazioni di automobili nei Paesi sudamericani. Considerata quindi la natura dell’accordo è indubbio che le ripercussioni non investirebbero solo l’agricoltura europea ma anche le industrie latinoamericane a quel punto vincolate a un’economia orientata all’export di materie prime. Dovremmo piuttosto favorire lo sviluppo di economie solide diversificate e resilienti privilegiando le filiere corte e il mercato interno sostiene a tal proposito Monica Di Sisto portavoce della campagna italiana. Inoltre anche l’impatto ambientale sarebbe significativo in particolare le esternalità di questo progetto aggraverebbero ulteriormente lo stato della foresta amazzonica. Ecco perch dopo 20 anni per la sua definizione il progetto si trova nuovamente in una fase di stallo. La Francia si è collocata in una posizione di aperto contrasto con le politiche del presidente brasiliano Bolsonaro sulla deforestazione e anche Austria Francia Belgio e Lussemburgo si sono fatte avanti. L’Italia a livello istituzionale ha mostrato un approccio timido al problema nonostante siano molte le persone determinate a impedire la ratifica del Trattato Eu Mercosur e che a tal fine hanno avviato una raccolta firme. Valentina D’Antino

 29 aprile, 2021
Timeup Il video di Carolina, attivist di Fridays For Future Torino

Il video di Carolina, attivist di Fridays For Future Torino

La giornata mondiale della terra: un momento di riflessione e di rilancio per salvaguardare il nostro pianeta


TORINO Oggi in occasione della giornata mondiale della terra mettiamo da parte i tecnicismi e i dati per lasciare spazio all’umanità. Con le parole di Carolina attivist del gruppo torinese di Fridays for Future vogliamo solo ricordare l’importanza di acquisire consapevolezza rispetto ad una crisi che merita di essere trattata in quanto tale.

 22 aprile, 2021
Timeup La crisi economica: l’altro volto dell’emergenza climatica. È allarme rosso

La crisi economica: l’altro volto dell’emergenza climatica. È allarme rosso

Le ragioni di Andrea Borello, giovane influencer politico e attivist di Fridays For Future


TORINO L’emergenza ambientale si è detto e lo si ripete continuamente ha un impatto estremamente vasto che investe i settori variegati. Tra questi rientra a pieno titolo anche quello economico: il cambiamento climatico infatti ha il potenziale per causare sostanziali sconvolgimenti alle nostre economie imprese e mezzi di sussistenza nei prossimi decenni si legge sul Blog della BCE. Il perch ce lo spiega Andrea Borello studente del terzo anno di Scienze internazionali binazionale a Bordeaux e forza di Fridays for Future dispiegata sui social per avvicinare i giovani al mondo della politica e viceversa. Come illustrato in questo video i ritmi del cambiamento climatico i cui effetti sono tanto eclatanti sul lungo periodo quanto invisibili sul breve contribuiscono a creare confusione e incertezza sulle implicazioni future della crisi ambientale in campo economico imprenditoriale e finanziario. Ad aggravare il quadro si aggiunge l’inadeguatezza dei tradizionali strumenti di gestione del rischio che potrebbero non risultare idonei ad ottenere proiezioni attendibili. Per questi motivi la Banca Centrale Europea ha progettato il primo stress test esteso a tutti i settori dell’economia per assistere le autorità e le istituzioni finanziarie nella valutazione dell’impatto dei pericoli connessi al clima su imprese e banche nell’arco dei prossimi trent’anni. Valutando tanto i rischi fisici derivanti dal tendenziale aumento quantitativo e qualitativo di disastri causati da pericoli naturali nelle varie regioni quanto i rischi cosiddetti di transizione connessi all’assenza di politiche di contrasto alle emissioni di CO2 si è giunti alla conclusione che in assenza di nuove politiche climatiche i costi per le imprese causati da fenomeni naturali estremi sono destinati ad aumentare notevolmente. In controtendenza è stato messo in luce il potenziale effetto benefico di interventi tempestivi: i costi a breve termine dell’adeguamento alle politiche di contrasto alla crisi climatica sono infatti molto inferiori a quelli che le imprese dovrebbero sostenere se tali politiche non venissero implementate a causa di un aumento delle calamità naturali nel medio lungo periodo. Una speranza quindi c’è ma come sempre può concretizzarsi solo attraverso l’adozione di una strategia politica comune che possa trovare immediata applicazione. Valentina D’Antino

 16 aprile, 2021