Luca Sardo, attivist di Fridays for Future Torino, ci spiega il suo punto di vista, mettendo in risalto quattro aspetti
TORINO - Quello del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è un tema di grande attualità, molto discusso e controverso. Essendo uno strumento europeo nato come motore di una ripresa economica sostenibile e duratura, il suo ambito di applicazione non può che essere vasto, coinvolgendo i settori della sanità, dell’istruzione, della transizione digitale e di quella ecologica. Propria a quest’ultima è destinato ben un terzo dei 200 miliardi totali stanziati dall’UE, da utilizzare per abbattere definitivamente le emissioni di CO2. Purtroppo, però, come rivelato da alcune associazioni ambientaliste, nonché dal movimento Fridays for Future, i progetti fino ad ora elaborati non sembrano idonei al raggiungimento dell’obiettivo. Il perché ce lo spiega Luca Sardo, non un semplice attivist, ma una delle colonne portanti del movimento, nonché studente di Economia prossimo alla laurea, cui seguirà una magistrale in Economia Ambientale.
In questo breve video, infatti, Luca illustra l’inadeguatezza delle misure con riferimento a quattro aspetti fondamentali della transizione: energie rinnovabili, inquinamento dell’aria, mobilità sostenibile e mobilità attiva.
Valentina D’Antino
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm