Per la rubrica Time’s up, si parla di migrazioni: le cause, i rischi e i numeri allarmanti entro il 2050
TORINO - Questa settimana, per la rubrica Time’s up, parliamo di migrazioni. Nello specifico, questo breve video affronta una tematica centrale, nonché una nota dolente per il ventunesimo secolo, quella dei rifugiati ambientali.
Come sempre, è un’attivist torinese del movimento Fridays For Future a darci un quadro generale, ma completo, della situazione. Rebecca, studentessa di Scienze Internazionali presso l’Università degli Studi di Torino, introduce subito al tema con un dato spiazzante: entro il 2050 saranno ben 200 milioni i rifugiati ambientali nel mondo.
Si parla di persone costrette ad abbandonare la propria terra, la propria casa, e a fuggire sotto la pressione dei fattori climatici e ambientali.
Tra gli elementi catalizzatori di questi flussi migratori, spiccano l’uso di combustibili fossili come primaria fonte di energia, la deforestazione e l’agricoltura e allevamento intensivi, che innescano catastrofi naturali come alluvioni e desertificazioni.
Tali migrazioni di massa forzate vedono il loro epicentro in Africa subsahariana, India e America del Sud, ma la vera domanda è: quali sono le destinazioni?
VALENTINA D’ANTINO
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm