Per la rubrica Time’s up, torna Sara Diena, studentessa di Scienze Internazionali e attivist del movimento Fridays for Future Torino
TORINO - Oggi, per l’Italia, non è un 13 maggio come tutti gli altri. In questo giorno, che apparentemente si perde tra tanti, il nostro Paese esaurisce virtualmente tutte le risorse rinnovabili nell’arco di un anno: oggi è l’Overshoot Day. Ciò significa che, se tutto il pianeta consumasse quanto noi, in poco più di quattro mesi avremmo interamente prosciugato le risorse prodotte ciclicamente in 365 giorni.
Un risultato così infelice deriva da un calcolo molto semplice e intuitivo, consistente nel rapporto tra biocapacità del pianeta e impronta ecologica dell'umanità, ossia tra offerta e domanda di assets per l’anno solare.
È ormai dal 1970 che questo bilancio è negativo, ma come mai nessuno sembra accorgersene? Semplicemente perché, per occultarlo, si attinge ai mezzi di altri paesi, danneggiando ulteriormente le cosiddette MAPA (most affected people and areas) e contraendo un debito nei confronti delle generazioni future, che verosimilmente non verrà mai saldato.
Come evidenziato dal Global Footprint Network, per sostenere un’impronta ecologica come quella italiana, occorrerebbero ben 2,8 pianeti, a fronte di una più accettabile media mondiale di 1,7. Il problema, però, resta sempre lo stesso: There is not planet B.
Ecco perché, in questo periodo, attivisti e attiviste di Fridays For Future Torino si ritrovano ogni mattina in Piazza Castello, per attirare l’attenzione della Regione Piemonte, affinché si impegni per garantire una migliore allocazione dei fondi del Next Genration Eu.
Valentina D’Antino
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm