Intervista a Big Luciano: aneddoti, riflessioni sul mondo del calcio, il rapporto con l’avvocato Agnelli, la sua Juve, gli anni a Torino, il caso Cristiano Ronaldo
TORINO - Ha scritto la storia del calcio italiano. Su questo non ci piove. Sono da poco passate le ore 13, quando Luciano Moggi varca l’ingresso dell’hotel Golden Palace di Torino. Codazzo al seguito. Tutto cambi affinché nulla cambi. Simpatico, sempre con la battuta pronta. Operativo. Big Luciano è fatto così, un fiume in piena. “Qualche domanda Luca, poi devo andare a pranzo, mi aspettano per un appuntamento” mi ammonisce. “Certo”, gli rispondo. Ci sediamo. L’orologio scorre. Il tempo passa inesorabile quando parla di calcio, di derby vissuti da una parte e dall’altra, di Andrea Agnelli, dell’avvocato, di Ronaldo e della sua Juve, un viaggio appunto fra passato, presente e futuro. Gli si illuminano gli occhi. Troppo forte la voglia di raccontare storie e aneddoti, di rivendicare scelte e successi del passato, un passato ormai remoto che difficilmente tornerà. Una cosa però è certa: tutto si può dire di Luciano Moggi, tranne che non sia stato uno dei più grandi ed illuminati dirigenti del calcio italiano. Anche se, come diceva François de La Rochefoucauld “soltanto i grandi uomini, possono avere grandi difetti”.
Luca Pasquaretta
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm