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Red Oyster, la realizzazione della visione di una giovane imprenditrice

Mariangela Lugli e le sue sommeiller delle ostriche, tra le protagoniste degli eventi più interessanti del nostro Paese

Red Oyster, la realizzazione della visione di una giovane imprenditrice
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Red Oyster, la realizzazione della visione di una giovane imprenditrice

Mariangela Lugli e le sue sommeiller delle ostriche, tra le protagoniste degli eventi più interessanti del nostro Paese

Oggi il Golosello intervista Mariangela Lugli, fondatrice, insieme alla sorella Francesca, di Red Oyster, servizio di catering specializzato in apertura di ostriche fresche durante vernissage ed eventi.
Mariangela è una donna ambiziosa, volitiva e determinata nel raggiungere gli obbiettivi che si è prefissata. Nonostante la giovane età, guida un’azienda che produce lavoro per tanti ragazzi e ragazze che hanno deciso di avvicinarsi al settore del coquillage, tutto sommato non ancora saturo e inflazionato nel nostro Paese; un’imprenditrice consapevole del proprio ruolo nel mondo del food.

Molti gli chef stellati che hanno deciso di utilizzare il servizio proposto da Mariangela: da Maurilio Garola della Ciau del Tornavento a Marcello Trentini di Magorabin, da Matteo Baronetto del Ristorante del Cambio fino a Giovanni Grasso de La Credenza
Inoltre Red Oyster è stata tra i protagonisti, negli ultimi anni, di alcuni tra gli eventi più rinomati a livello nazionale ed internazionale: Festival del Cinema di Venezia, Yatching Festival di Cannes, il Tefaf a Maastricht, le presentazioni delle nuove collezioni di Dolce e Gabbana a Palermo e molti dei party esclusivi organizzati nella splendida cornice di Villa D’Este a Cernobbio.

Mariangela come nasce la tua passione per le ostriche?
La mia passione nasce fin da piccolissima; mi capitava spesso infatti di accompagnare mio nonno, che aveva una casa a Nizza, al Cafè de Turin; lì ho scoperto i profumi e i sapori seducenti di questi molluschi meravigliosi; poiché mio nonno aveva qualche difficoltà nell’apertura delle ostriche, quando le portava a casa, faceva fare a me e le mie sorelle; in questo modo ho imparato la manualità necessaria per aprire le ostriche velocemente e in sicurezza.

Quando hai deciso di fondare Red Oyster?
Red Oyster è stata fondata nel 2016, dopo aver conosciuto casualmente degli allevatori di ostriche a Sansicario. Io lavoravo già nel settore del food, occupandomi di eventi e catering. Da quel momento è nata un’amicizia e sono stata ospite più volte presso i loro allevamenti a Yerseke in Olanda. Lì mi sono accorta di quanto poco sia conosciuto il mondo delle ostriche e ho deciso che avrei portato la cultura del merroir in Italia.

Le ostriche sono percepite come cibo elitario
Vorrei sfatare questa percezione, l’ostrica non è un cibo elitario; dipende ovviamente dalla tipologia dell’ostrica che uno decide di gustare. Esistono quelle più a buon mercato per arrivare a prodotti di eccellenza e sicuramente più esclusivi.
Da noi in Italia influiscono le spese di trasporto nel computo del costo finale del prodotto.
Ma inviterei tutti a fare un viaggio in allevamento per rendersi conto che alla fine il prodotto non è poi così eccessivamente costoso.

Racconta il servizio che proponi ai tuoi clienti
Il mio servizio si chiama Oystertainment (marchio registrato).
Ho personalmente formato dei sommelier delle ostriche che durante il servizio sono in grado di raccontare le varie differenze tra una tipologia di ostriche e un’altra prima dell’apertura della valva, coinvolgendo l’ospite in una vera e propria esperienza sensoriale.
Inoltre la particolare divisa che viene indossata dai nostri ragazzi è fornita di un cinturone con tanti inserti in cui abbiamo collocato diversi condimenti tra cui: vodka, gin, vinaigrette all’aceto e scalogno, Tabasco, pepe, limone.

Quindi l’ostrica diventa “personalizzabile”?
Assolutamente si; abbiamo condimenti per tutti i palati.
L’ultima personalizzazione che sta riscuotendo successo è Tabasco e vodka abbinati insieme: una vaporizzata di vodka con una goccia di Tabasco conferisce all’ostrica un gusto davvero inedito e speciale .

Come hai vissuto gli ultimi due anni con eventi ridotti a causa del covid?
All’inizio è stato davvero drammatico; ho visto “crollare” il mio mondo, ma ci siamo adattate e abbiamo trovato delle soluzioni: la prima è stata quella di attivare un servizio di Oysterlivery (marchio registrato) grazie al quale chi ordina le ostriche può assaporarle direttamente a casa propria con un sommelier dedicato all’apertura.
Poi abbiamo creato delle gift card che consentono al cliente di regalare il servizio di ostriche abbinando un vino da noi selezionato; molte sono le cantine che collaborano con noi.

Ostriche e champagne: il miglior abbinamento possibile?
Dipende dalla tipologia di ostrica e, ovviamente, anche dal tipo di champagne.
Va tenuto in considerazione che lo champagne potrebbe andare a tirare fuori l’eccessivo gusto metallico dell’ostrica. Se dovessi decidere, lo champagne lo abbinerei esclusivamente a un tipo di ostrica molto più carnosa e grassa rispetto a una Fin de Claire che è l’ostrica più diffusa e consumata.
L’abbinamento migliore rimane con il Sancerre della zona della Loira, un Sauvignon blanc con un retrogusto minerale che ricorda la pietra calcarea.

Quante tipologie di ostriche esistono?
In Europa circa 250 tipologie, ciascuna con caratteristiche ben definite in base al merroir di provenienza.
Le mie preferite sono le Spèciale Tsarskaya che sono delle ostriche bretoni, precisamente di Cancale, che vengono allevate per un periodo di circa 4 anni.
Ostrica piena, carnosa, croccante, che al primo assaggio risulta iodata e in seguito rilascia un sapore mandorlato, con un finale acidulo che ricorda la tannicità dei vini gran cru.

Come si riconosce una buona ostrica?
Ci sono vari parametri.
Il primo è la valutazione del peso del mollusco; bisogna sempre verificare che le valve siano serrate ermeticamente. Successivamente all’apertura, all’olfatto deve lasciare un sentore di mare non accentuato e il colore del mollusco deve essere brillante; inoltre è necessaria la presenza di acqua all’interno della conchiglia. Se tagliando il muscolo si crea acqua, vuol dire che l’ostrica è fresca.

Gli appassionati e i curiosi dove o come possono contattarti?
Abbiamo un sito: www.redoyster.it dove è possibile contattarci per eventi o ordini
Siamo inoltre presenti su Facebook e Instagram.
In futuro vorremmo cominciare a offrire corsi online per consentire, a quanti lo vorranno fare, di imparare a conoscere meglio questo mondo delizioso.

Comments :
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    Lorenzo Peterson
    15th August, 2019 at 01:25 pm
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    Tammy Camacho
    15th August, 2019 at 05:44 pm
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    Tammy Camacho
    16th August, 2019 at 03:44 pm
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      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
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