Migliaia di cartelloni, decine di ragazzi e ragazze, un solo grido: “Basta false promesse!”. L’auspicio è sempre lo stesso: che la crisi climatica venga affrontata come tale
Anche a Torino, si è da poco concluso il sesto sciopero globale per il clima, indetto dal movimento Fridays for Future. Nonostante il momento particolarmente difficile, decine di ragazzi e ragazze si sono adoperati per allestire sul prato dei Giardini Nicola Grosa una gigantesca scenografia statica, che ha gridato: “Basta false promesse!”
Con quest’opera, hanno voluto esprimere un risentimento crescente nei confronti della miopia e dell’ottusità dei governi, restii a adottare misure idonee a mettere un freno all’avanzamento inesorabile della crisi climatica. “Ci dicono che siamo il futuro, ma quale futuro senza una giustizia climatica? Quale futuro su un pianeta sfruttato senza misura?”, ha chiesto Ines, una degli attivist torinesi intervenuti questa mattina.
Dopo di lei, numerosi giovani si sono alternati al microfono, per parlare non tanto ai presenti, quanto a chi, anche oggi, si è dimostrato indifferente rispetto all’emergenza climatica.
Proprio per questo, hanno invocato l’aiuto dei media: è stato chiesto ai giornalisti di non limitarsi a produrre insignificanti reportage dell’evento, ma di recepirne il contenuto, per contribuire a trasmettere l’urgenza del messaggio.
I temi toccati nel corso della giornata sono stati tanti, perché la crisi climatica è a dir poco poliedrica. Si è parlato di politica, degli accordi di Parigi, di eco transfemminismo, di accessibilità e disponibilità dell’acqua, di scuola, dell’Italia, dell’emergenza sanitaria. È stata persino data voce a Nemonte Nenquimo, una donna appartenente alle popolazioni indigene impegnate nella salvaguardia ambientale dell’Amazonia, attraverso la lettura della lettera da lei scritta e indirizzata ai leader mondiali.
L’argomento più urgente affrontato in piazza è stata la presentazione all’Europa del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, fissata per il 30 di aprile. Con quella che a livello europeo si definisce Nex Generation, l’Italia riceverà dall’Unione Europea un fondo da 200 miliardi di euro, almeno il 30% del quale da destinare alla transizione ecologica, in ottemperanza agli Accordi di Parigi. È stata sottolineata l’importanza di fare sentire la propria voce, affinché questa cifra venga utilizza per promuovere una transizione del sistema economico-produttivo, che sia veramente nell’interesse delle nuove generazioni.
Insomma, gli spunti di riflessione offerti in questa giornata non sono stati pochi e, anche oggi, la speranza dei ragazzi del movimento è che sempre più persone comprendano che non c’è più tempo per tergiversare, e pretendano che la crisi climatica venga considerata e affrontata per quello che è: un’emergenza mondiale.
Valentina D’Antino
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm