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Evviva i miciotti, il 17 febbraio si celebra la loro festa nazionale

Perché vivere con un gatto può anche salvarti la vita. Tre storie realmente accadute

Evviva i miciotti, il 17 febbraio si celebra la loro festa nazionale
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Evviva i miciotti, il 17 febbraio si celebra la loro festa nazionale

Perché vivere con un gatto può anche salvarti la vita. Tre storie realmente accadute

TORINO - Impossibile non amarli. Sono unici, “esserini” magici. Sono i gatti (il mio Joe, nella foto), per molti i “miciotti”. Oggi in Italia si celebra la loro festa nazionale, è il loro giorno, come capita ormai dal 1990, quando la rivista “Tuttogatto” scelte il 17 febbraio dopo aver interrogato con un “referendum” i suoi lettori. Febbraio? Perché è il mese del segno zodiacale dell’acquario, per antonomasia “spirito libero e anticonformista” proprio come i nostri amici felini, e comunque febbraio tra i detti popolari è il “mese dei gatti e delle streghe”. Il 17? Perché può essere interpretato come “una vita per sette” dato che si sa, leggenda vuole che i “miciotti” abbiano sette vite. E così ecco perché il 17 febbraio è la giornata nazionale del gatto. Invece l’8 agosto si celebra la stessa festa a livello mondiale.
UN GATTO TI SALVA LA VITA
I benefici derivanti dalla convivenza con un gatto sono noti e testati: accarezzare un gatto e godere delle sue fusa allevia lo stress e stabilizza il battito cardiaco. Inoltre, uno studio condotto dal Copenhagen Studies on Asthma in Childhood Research Center (COPSAC), ha rivelato che i gatti neutralizzano l’effetto di un gene che, se attivato, raddoppia il rischio di sviluppare l’asma nei bambini; con pazienti affetti da Alzheimer o da disturbi psichici, la presenza di un felino può essere efficace quanto una vera e propria medicina. Il gatto è un animale semi indipendente, ma che ha comunque bisogno di una serie di attenzioni. Nutrirlo, mantenerlo pulito, coccolarlo, giocare con lui sono azioni semplici ma che ci “obbligano” a cadenzare la nostra giornata. Per chi soffre di depressione, malattie mentali o patologie neurodegenerative prendersi cura di un animale significa fuggire all’apatia, imparando a gestire la propria giornata.
Prendersi cura di un gatto è un modo per ricominciare a prendersi cura anche di se stessi.
TRE STORIE REALMENTE ACCADUTE
1.  Nel gennaio del 2015, a Obninsk in Russia, Masha - una gatta randagia che ogni tanto dormiva in una scatola nei pressi di alcune case - ha tenuto in vita un neonato di appena quattro mesi che qualcuno aveva abbandonato in una scatola di cartone; la micia lo ha riscaldato con il proprio corpo trattandolo come un cucciolo fino a quando uno dei residenti della zona non si è accorto della sua presenza e ha salvato il bambino.
2. Maggio 2014 “My cat saved my son” è il titolo del video in cui puoi assistere al gesto eroico di Tara, una gatta domestica che ha salvato il suo padroncino dall’attacco di un cane randagio. Nel vialetto della sua casa a Bakesville, in California, il bimbo di soli quattro anni si trova fermo in sella alla sua bicicletta quando all’improvviso viene aggredito da un grosso cane senza collare, che gli azzanna una gamba cercando di trascinarlo via. In pochi secondi, però, accade qualcosa di incredibile: la gatta di casa, Tara, si fionda sul cane facendolo scappare. La sua impresa è stata registrata dalle telecamere di sicurezza installate nel quartiere, e il video è stato pubblicato su YouTube dal padre del bimbo, ottenendo circa 26 milioni di visualizzazioni. Tara è così diventata un vero e proprio personaggio pubblico, e la sua pagina Facebook conta oggi circa 43mila followers.
3. Marzo 2017: la gatta Gracie diventa un’eroina dopo aver salvato la propria famiglia da un avvelenamento da monossido di carbonio. A causa di una perdita nel sistema di riscaldamento dell’acqua, i padroni di Gracie, che vivevano in una casa nel Wisconsin, sarebbero morti soffocati se non fosse stato per lei. La sua padrona, verso l’una di notte ha deciso di alzarsi dal letto ed è caduta priva di sensi su una sedia a bordo del letto. Il marito Kevin non si sarebbe mai accorto di quanto accadeva se la loro gatta Gracie non avesse dato l’allarme continuando a bussare ripetutamente alla porta; L’uomo ha fatto in tempo a chiamare il numero delle emergenze per dire che non riusciva più a respirare. Un veterinario interpellato sull’accaduto ha spiegato che i gatti subiscono gli effetti del monossido di carbonio più velocemente degli esseri umani. Ciò significa che Gracie era probabilmente in un posto più ventilato rispetto alla coppia e dove la qualità dell’aria era migliore.
Nadia Ciardiello

Comments :
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    15th August, 2019 at 01:25 pm
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    16th August, 2019 at 03:44 pm
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      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
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