Torino ricorda il suo “imperatore”, l'uomo che seppe guidare la Fiat e i torinesi in un sogno ormai finito
TORINO - Buon compleanno Avvocato. Oggi Gianni Agnelli, storico amministratore al vertice della Fiat, suo elegante e carismatico condottiero, avrebbe compiuto 100 anni. E lui, così fiero e austero, sarebbe stato di sicuro un centenario con la schiena dritta sulle sue gambe sportive (fino a quando nel 1952 un grave incidente d'auto non compromise quella destra) che amavano sciare sulle piste di Sestriere, dove si faceva condurre direttamente dall'elicottero personale, o nuotare nei mari cristallini raggiunti a bordo della sua barca. Ma, il destino per lui ha scelto altro, portandoselo via il 24 gennaio del 2003 e creando in Torino e nei torinesi un vuoto che non si colma tutt'ora. Sono ancora fresche le immagini di migliaia di persone in coda al Lingotto, dove fu allestita la camera ardente, per l'ultimo saluto all'unico imperatore sabaudo. Figlio di Edoardo e di Virginia Bourbon del Monte, nacque a Torino nella casa di famiglia in corso Oporto (ora corso Matteotti). Il nonno era il senatore Giovanni Agnelli, fondatore insieme ad altri della Fiat. Il padre Edoardo morì tragicamente in un incidente aereo quando Gianni aveva 14 anni. Riprese il nome del nonno, cui tutti si riferivano come il Senatore. Sposò nel 1953, a Strasburgo, nel castello di Osthoffen, Marella Caracciolo dei Principi di Castagneto, dalla quale ebbe due figli, Edoardo e Margherita. Frequentò il Liceo Classico d'Azeglio per poi laurearsi in Giurisprudenza, e anche se non fece mai l'esame da procuratore, divenne per tutti l'Avvocato. Alla morte del nonno nel 1946 non prese ufficialmente la guida della Fiat lasciandola in mano a Valletta. Da lì, iniziarono per Gianni Agnelli gli anni dei viaggi, della presidenza della Juve e sì, delle relazioni sentimentali. Un dandy intelligente, duro e riservato che costruì intorno a sé un'immagine vincente impossibile da scalfire. Il 30 aprile 1966, l'ormai ultraottantenne presidente Fiat Vittorio Valletta propose, quale suo sostituto, il nome di Gianni Agnelli all'Assemblea Generale degli Azionisti, che ne deliberò l'approvazione, restituendo il timone aziendale alla famiglia Agnelli, dopo oltre 20 anni di presidenza Valletta. La Juve, la Ferrari, gli abiti, le donne i suoi grandi amori, la schiettezza il suo pregio, la morte del figlio Edoardo avvenuta nel 2000 il dolore più grande con il quale fu costretto a convivere nei suoi ultimi tre anni, i più bui, i più difficili e dolorosi.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm