Il manifesto di piazza Bottesini è stato realizzato dalla fotografa e performer Lucrezia Testa Iannilli
Opera Viva in Barriera di Milano inaugura la sua quarta opera d’arte. Il cartellone in piazza Bottesini che via via avvicina alla fiera Flashback con un alternarsi di manifesti, domani 28 luglio alle 18 (anche su facebook) propone “Gates”, ideato e realizzato da Lucrezia Testa Iannilli, fotografa e performer. La sua ricerca predilige come strumento di percezione il corpo umano e quello animale, che diventa il soggetto delle sue azioni e immagini fotografiche: secondo il suo pensiero, infatti, la condizione non-umana è probabilmente l’unica in grado di salvare l’essere umano. Anche il suo lavoro riflette dunque – da un ulteriore punto di vista rispetto a quello delle precedenti autrici – sulle conseguenze drammatiche ma anche interessanti della pandemia, in particolare sulla psiche umana. Iannilli si sofferma sull’animale come cura: “Ansia e depressione, catalizzati da solitudine, paura del contagio, disagio e limitazioni delle libertà personali, sono stati diagnosticati sempre più diffusamente, e si sono trasformati per molti in uno stress post-traumatico. Gli animali hanno fatto in qualche modo scudo alla nostra salute mentale. Se avevano già una buona connessione, questa è stata ulteriormente rafforzata. ”Nell’immagine l’autrice propone una fusione ‘dolce’ tra animali e umani, all’insegna della reciprocità e dell’interscambio continuo dei ruoli. Questi Nuovi Umani – a loro volta vere e proprie ‘porte’, varchi verso altre dimensioni – ricordano da vicino le “Nuove Creature” indagate da Jim Morrison nella sua seconda raccolta poetica, pubblicata nel 1970: “Donna lucertola / con i tuoi occhi d’insetto / con la tua selvaggia sorpresa. / Calda figlia del silenzio. (…) Cani dormono distesi. / Il lupo ulula. / Una creatura sopravvive alla guerra. / Una foresta. / Un fruscìo di parole spezzate, soffocante / fiume” (Jim Morrison, I Signori. Le Nuove Creature, Kaos Edizioni, Milano 1993, p. 93).
La visione di Lucrezia Testa Iannilli disegna dunque uno scenario in cui, dopo la fine – dopo una fine – il nuovo inizio si presenta come un fecondo cedimento di quote e porzioni identitarie, una fiduciosa ibridazione delle specie e un superamento felice dell’ottica unicamente umana, occidentale, tecnologica che evidentemente oggi mostra tutte le sue crepe e le sue criticità.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm